Vendita su campione: il requisito è l’impiego del campione come esclusivo paragone per la qualità della merce
Nella vendita su tipo di campione, invece, il campione vale come parametro approssimativo della qualità e rileva solo la difformità di notevole intensità
Nella vendita su campione l’esemplare costituisce il paragone esclusivo per la qualità della merce e qualsiasi difformità, anche minima, è causa di risoluzione del contratto. Nella vendita su tipo di campione, invece, il campione vale come parametro approssimativo della qualità e rileva solo la difformità di notevole intensità.
A fronte di tale distinguo, per identificare un contratto di vendita su campione è necessario che la volontà delle parti di assumere il campione come esclusivo paragone per la qualità della merce risulti espressa o comunque ricostruibile oltre ogni ragionevole dubbio, altrimenti si presume che le parti abbiano assunto il campione per indicare in modo approssimativo la qualità del bene.
Questo il quadro tracciato dai giudici (ordinanza numero 21154 del 24 luglio 2025 della Cassazione) a chiusura del contenzioso relativo al contestato pagamento – per una cifra pari a 13mila e 500 euro – per una fornitura di mobili di arredamento.
Chiara l’origine dello scontro giudiziario: l’acquirente spiega di avere comprato da una ditta una libreria a parete, una scrivania e una poltrona, ordinati su catalogo fotografico, e di aver ricevuto in consegna una scrivania difforme, per caratteristiche e dimensioni, rispetto a quella ordinata, e di avere perciò, quattro giorni dopo la consegna, denunciato la difformità della scrivania e chiesto la risoluzione del contratto per inadempimento; la ditta, invece, ribatte spiegando che l’azienda fornitrice, essendo il modello originario fuori produzione, ha prodotto un’altra scrivania identica a quella ordinata e proposta al cliente in sostituzione di quella consegnata, proposta però da lui rifiutata.
In Appello viene esclusa l’applicabilità della disciplina della vendita su campione, qualificando, invece, il contratto come una comune vendita di mobili costituenti arredi di uno studio, individuati per articoli e dimensioni in base a catalogo fotografico presso la ditta. E sull’ipotesi di un inadempimento contrattuale, esso è escluso, secondo i giudici d’Appello, da buonafede e correttezza del venditore, che si era prontamente adoperato per ordinare dall’azienda fornitrice la scrivania conforme alle indicazioni dell’acquirente. Illegittimo, di conseguenza, l’aprioristico rifiuto, da parte del compratore, a ricevere l’adempimento seppur tardivo, non essendo venuto meno l’interesse della parte all’esecuzione del contratto.
Peraltro, per i giudici d’Appello è catalogabile come tardiva la denuncia dei vizi della libreria poiché palesi sin dal momento della consegna, con conseguente esclusione della risoluzione contrattuale.
A chiudere il cerchio provvede la Cassazione, respingendo le ulteriori obiezioni sollevate dall’acquirente.
Corretto, anche per i giudici di terzo grado, qualificare il contratto stipulato tra le parti come contratto di vendita su tipo campione. Ciò anche perché il campione dovev a servire unicamente ad indicare in modo approssimativo la qualità, essendo consentita la risoluzione soltanto in caso di difformità notevole dal campione.
Ampliando l’orizzonte oltre la specifica vicenda, i magistrati richiamano quanto stabilito dal Codice Civile per distinguere tra vendita su campione e vendita su tipo di campione. Solo nel primo caso, però, qualsiasi difformità, anche se minima, è causa di risoluzione del contratto, mentre nel secondo caso rileva ma solo se di notevole intensità.
La ratio della norma risiede nel fatto che nella vendita su campione l’esemplare appartenente al genere oggetto della vendita, il campione, appunto, costituisce il paragone esclusivo per la qualità della merce scambiata, per assicurarne la perfetta conformità delle cose che si consegnano, mentre nella vendita su tipo di campione vale come parametro approssimativo della qualità, per fornire un’indicazione generica delle caratteristiche che devono avere le cose da consegnarsi, bastando le qualità essenziali.
Per identificare un contratto di vendita a campione, quindi, è necessario che la volontà delle parti di assumere il campione come esclusivo paragone per la qualità della merce risulti espressa o, comunque, ricostruibile oltre ogni ragionevole dubbio, perché, in caso contrario, bisogna ritenere che le parti abbiano assunto il campione, così come avviene normalmente, per indicare in modo approssimativo la qualità del bene oggetto della vendita.
Nella vendita su campione, peraltro, le qualità del bene vengono stabilite dalle parti in relazione ad un modello concreto, che assume la funzione di punto di riferimento in relazione al bene dovuto. La vendita su campione, difatti, ricorre quando le parti determinano le qualità promesse mediante riferimento ad una cosa concreta assunta quale termine diretto di paragone del bene dovuto. Il campione assume, quindi, la duplice funzione di determinare l’oggetto della vendita e di accertare l’esattezza dell’adempimento.
Nella vicenda in esame si è appurato che i mobili costituenti arredi di uno studio erano descritti come appartenenti ad una specifica linea ed erano individuati per articoli e dimensioni in base a un catalogo fotografico presso la ditta. Correttamente, pertanto, è stata esclusa la disciplina prevista per il contratto di vendita su campione, in quanto non vi era un bene concreto che fungeva da campione ma una riproduzione figurativa del bene laddove, di norma, si richiede che il campione sia prelevato, sigillato, consegnato e sottoposto a particolari cautele proprio per assicurarne la conservazione o l’identificazione. Pertanto, il contratto concluso tra le parti era inquadrabile nella nozione di vendita su tipo di campione, valendo il catalogo fotografico come parametro delle qualità essenziali degli arredi venduti.
Inoltre, si è appurato che solo la scrivania presentava difformità per dimensioni e caratteristiche rispetto al modello ordinato, ma si è escluso che tale difformità dal campione fosse notevole, superando il margine di tollerabilità dell’approssimazione.